CIAO DAVIDE...

Il cordoglio della Seleçao Argentinos per Davide Astori

Ci sono giorni in cui bisogna esultare, giorni che ti fanno vincere, giorni che ti danno i 3 punti magari sotto la pioggia o magari dopo una partita tirata, magari ancora contro un avversario che sembrava insormontabile sulla famosa 'carta'. Ce ne sono altri in cui ti pieghi sotto l'onta della sconfitta, in cui è dura da digerire, in cui magari saluti un compagno che se ne va lontano verso un altro capitolo della sua vita, sperando che sia soltanto un 'arrivederci'. 


E poi... Ce ne sono altri ancora, di quelli che vorresti non accadessero mai ma con i quali, purtroppo, l'imprevedibilità della vita mette duramente a confronto. Quella di oggi è stata una giornata lunga, intensa, di commozione e di emozione profonde: ci ha lasciato un leader silenzioso, un capitano  vero, degno di rispetto e ammirazione, un ragazzo che ha avuto l'opportunità di realizzare il suo grande sogno. Se ne va a 31 anni, l'età che anche molti di noi stanno vivendo, 31 come il 13 a cifre invertite, il numero che tanto lo ha accompagnato nel suo luminoso percorso dopo aver inseguito a lungo un pallone con l'ambizione di essere grande. Lo ha fatto in campo, così come fuori: sempre un sorriso per tutti, una disponibilità mai negata, la voglia e la decisione di metterci sempre la faccia, un esempio sempre, per compagni ed avversari. 
Oggi non contano la bandiera, il tifo, la rivalità: oggi contano il rispetto, il chinare la testa di fronte a Davide, di fronte a un sogno fermato troppo presto, quando forse il bello doveva  e poteva ancora venire.

Il campionato, la Serie A tutta si è fermata e ha pianto. Noi no, non lo faremo, purtroppo. Siamo troppo piccoli e troppo poco professionisti per potercelo permettere: il nostro campionato dura un'ora alla settimana, senza allenamenti, con il campo da pagare e con impegni - ahinoi - ben più importanti da dover soddisfare. Noi non ce l'abbiamo fatta a coronare il sogno di Davide di giocare lassù in alto, dove conta davvero, nel calcio dei grandi, non ce la faremo mai. Noi, però, abbiamo scelto di vivere insieme un'avventura che dura da quasi dieci anni e che ci ha fatto essere comunque fieri. Un percorso irto di ostacoli, di sudore e di fatica, ma che ha tirato fuori il meglio da tutti noi.
Mercoledì torneremo in campo in un impianto di periferia, farà freddo ancora una volta, ma saremo ancora lì per 60 minuti, tutti uniti agli ordini del nostro capitano, proprio come faceva Davide sotto le luci dei riflettori. Daremo come sempre tutti noi stessi, come in ogni partita, ma questa volta lo faremo anche in suo onore: una fiammella infinitamente piccola rispetto al dolore enorme, ma che spiccherà, ne siamo sicuri. 

Onoreremo la maglia anche in ricordo di un ragazzo che non c'è più, che lascia una moglie e una bambina di due anni, che merita il rispetto dello sport tutto, che ci rifiutiamo di dover piangere per una circostanza così assurda. La Seleçao Argentinos renderà onore sempre a Davide Astori, capitano leale, giocherà con il lutto al braccio e osserverà un minuto di silenzio prima dell'inizio dell'ennesima battaglia. Perché non poteva, non doveva finire così. 

Ciao Asto, ciao Capitano, 13 volte ancora grazie. Di tutto.